9 gennaio 2013

La variante Moro.

Cosa hanno in comune la cosiddetta operazione Condor ed il sequestro di Aldo Moro? In che modo si può procedere in parallelo nella narrazione degli eventi fino ad individuare un possibile punto di convergenza?

Ci dà una possibile risposta "La variante Moro", scritto da Elena Invernizzi  per Round Robin. 
Utilizzando l'efficace pretesto narrativo di una partita a scacchi tra due misteriosi personaggi, l'autrice affronta due argomenti apparentemente scollegati: l'eccidio di Via Fani ed il conseguente sequestro Moro, e le attività degli Stati Uniti in Sud America per contrastare l'avanzata del comunismo.
I protagonisti della partita svelano gradatamente le loro conoscenze dei fatti, e l'analisi non risulta mai banale, in particolare su Via Fani. Un esempio di sintesi significativo, perché la semplice esposizione dei fatti rende palese la dimensione del segreto ancora oggi custodito su quanto avvenne il 16 Marzo del 1978.
A metà strada tra un saggio ed un lungo racconto, il libro percorre un itinerario coerente, che conduce ad una delle figure più sfuggenti dell'affaire Moro, quel Giustino De Vuono che tanto operò anche in Sud America, appunto.
Come ricorda nel libro la Invernizzi, secondo lo storico Aldo Giannuli accertare la presenza di De Vuono in Via Fani mette in discussione l'intera lettura ed interpretazione del sequestro, perché Mario Moretti dovrebbe innanzitutto spiegare in che modo le Brigate Rosse entrarono in contatto con il calabrese. Fu veramente lui il formidabile killer che sparò la maggior parte dei colpi durante l'agguato? Era lui il calabrese immortalato nelle foto scattate poco dopo l'eccidio e misteriosamente scomparse dall'indagine?

L'opera di Elena Invernizzi ha elementi interessanti, è originale, e costituisce un approccio diverso per informare chi non conosce i fatti. A suo modo rappresenta un valido antidoto all'oblio del "tutto noto, niente da rivelare".

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