13 gennaio 2013

Relazione Pisanu.

Il 9 Gennaio la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia ha pubblicato le comunicazioni del Presidente Pisanu sui grandi delitti e le stragi di mafia del 1992-1993. E' la conclusione dell'attività di indagine svolta dalla Commissione nella legislatura, che si è concentrata soprattutto sull'aspetto della cosiddetta trattativa tra Stato e Cosa Nostra, pressata dalla cronaca giudiziaria e dalla dichiarazioni di Massimo Ciancimino alle procure siciliane.

Il documento, dopo aver illustrato l'attività della Commissione Bicamerale, descrive l'ascesa dei Corleonesi ed il successivo attacco alle Stato, in particolare dopo la conferma in Cassazione delle sentenze del maxi processo.  Viene analizzato quindi il fallito attentato al giudice Falcone del 21 Giugno 1989, con comprensibile sintesi ma senza omettere i dubbi che scaturiscono dall'analisi stessa. Lo stesso per le stragi di Capaci e Via D'Amelio del 1992. Per quest'ultima, mi sembra significativo quanto si dice a pagina 23 del documento, riflettendo sull'accelerazione impressa alla realizzazione dell'attentato contro un nemico storico quale il giudice Paolo Borsellino: "E allora possiamo ipotizzare che qualcuno, finora sconosciuto, abbia fatto il nome del valoroso giudice, magari soltanto per imperdonabile leggerezza, facendolo apparire come ostacolo insormontabile a qualsiasi genere di trattativa;"
Il cuore del documento è l'analisi dei fatti inerenti la cosiddetta trattativa tra gli ufficiali del ROS, più o meno appoggiati politicamente, e Cosa Nostra, attraverso la mediazione di Vito Ciancimino. A pagina 28 Pisanu puntualizza efficacemente lo scenario: "E' lecito pertanto ritenere che i due ufficiali dell'Arma dovettero accettare un vero e proprio negoziato i cui termini avrebbero dovuto essere i seguenti: dalla parte mafiosa, la cessazione degli omicidi e delle stragi e. dalla parte istituzionale, la garanzia di interventi favorevoli a cosa nostra o comunque di una attenuazione dell'attività repressiva dello Stato". A mio avviso siamo realmente nel cuore della valutazioni sulle azioni del ROS: nel momento in cui la mafia ha espresso il massimo del suo potenziale distruttivo, cercare un dialogo per attenuare la strategia stragista implica necessariamente la presentazione di una contropartita appetibile. Un bluff, un azzardo, un notevole ardimento, o cosa?
Nella relazione si affrontano tutti gli aspetti della trattativa e degli attacchi di cosa nostra nel biennio '92-'93, e le ultime pagine sono dedicate alle conclusioni, parte di maggior interesse.
Potete leggere il testo completo qui, e lo consiglio. 

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