3 luglio 2012

Dopo il fuoco venne l'acqua.

Maria Fida Moro aveva deciso di donare al sacerdote Angelo Comito il suo archivio privato riguardante in particolare ma non esclusivamente gli anni di piombo ed il caso Moro. La notizia era del 22 Giugno scorso.
Oggi, la figlia del Presidente DC assassinato ha annunciato di voler recedere dalla propria decisione, a causa di "indebiti tentativi di strumentalizzazione, fuga di notizie e disamore". In pratica, qualcuno si è messo di mezzo. Con argomenti convincenti. 

Lo sfogo di Maria Fida è amaro: "mi piacerebbe dare alle fiamme il suddetto archivio visto che la verità è abiurata, la memoria vanificata e il degrado imperante. Distruggere tutto avrebbe forse un senso di purificazione dal dolore, che non abbiamo scelto ma ci opprime da troppo tempo. Il fardello dei ricordi  forse, diventerebbe più leggero senza il peso delle carte, delle foto, delle lettere e delle parole scritte e ricevute. Non so: quello che so è che tutto sembra vano e inutile perfino l'amore".

Eppure, non molto tempo fa abbiamo imparato che il fuoco non è ultimativo, al contrario dell'acqua, che placa sofferenza ed incredulità.
Spero pertanto che si rinunci a bruciare, e che venga presa la decisione migliore.




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