8 ottobre 2009

L'Emerito





















Qualche giorno fa è circolata l’indiscrezione su una presunta iniziativa di Silvio Berlusconi di avvalersi dei Servizi Segreti stranieri. Attaccato contemporaneamente da più fronti, il Premier teme un disegno progettato all’estero, e invece di coinvolgere l’Aise, la neonata Agenzia di Informazione e Sicurezza per l’Estero, si sarebbe rivolto ad apparati di un paese amico ma non alleato. Con ogni probabilità, la Russia dell’amicone Putin. Seppure con ritardo, Berlusconi ha smentito tutto con indignazione. In effetti sarebbe abbastanza singolare se il responsabile dei Servizi preferisse rivolgersi direttamente ad altre Nazioni.
Nella girandola di dichiarazioni in merito non è mancata l’osservazione di Cossiga, che non perde occasione di tirare in ballo il passato, ed alcune vicende in particolare. L’Emerito ha ricordato che in occasione del sequestro di Aldo Moro, e più in generale della lotta al terrorismo, ha chiesto la collaborazioni dei Servizi di diversi Paesi. Ha anche affermato, con una leggerezza che purtroppo non è in lui insolita, che il SISMI passava al Governo ben poche informazioni, e il SID lavorava sullo stile del SIFAR di De Lorenzo. Nelle sue dichiarazioni c’è anche un sottile riferimento alla fedeltà di Letta a Berlusconi (questione che ormai comincia a serpeggiare), ma l’aspetto più grave è sicuramente quello inerente la stagione del terrorismo.
Cosa fece l’Emerito per bilanciare e punire l’inefficienza dei Servizi targati P2?
Da Ministro dell’Interno in che modo utilizzò le forze di Polizia per trovare Moro?
Perché ora mette in parallelo le eventuali scelte di Berlusconi e quelle compiute da lui in un determinato momento storico?
Tra un oracolo e l’altro, l’Emerito ci regalerà frammenti di verità su quegli anni?

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