Più che per le loro imprese in difesa della democrazia, i servizi segreti italiani sono conosciuti per l'accostamento con la parola "deviati". I servizi deviati sono tra i protagonisti della stagione delle stragi, con i loro depistaggi, e vanno a braccetto con con un'altra forma di deviazione, quella della massoneria. Nella P2 (massoneria deviata) abbondavano i funzionari dei servizi (deviati). Nell'immaginario collettivo italiano, il complicato intreccio di sigle di Sid, Sifar, Sismi e Sisde è un crogiuolo di attività illecite, dossieraggio a scopo politico, fondi neri, protezione di terroristi, oltranzismo atlantico e quant'altro.
C'è molto di vero, perchè le commissioni parlamentari d'inchiesta e le sentenze di Cassazione lo certificano, ma è probabile che il settore sia vittima di operazioni mirate a screditare, nonché di lotte interne di potere piuttosto feroci. La stampa e la saggistica forniscono in buona parte informazioni molto filtrate, da usare come lame affilate.
Prova ne è, a mio avviso, il silenzio che circonda il servizio segreto del Ministero dell'Interno, che si chiamava Uffico Affari riservati, ed i suoi funzionari più importanti, tra i quali spicca Federico Umberto D'Amato. Il libro di Giacomo Pacini, ricercatore dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea di Grosseto, finalmente ne ricostruisce la storia, e prova a diradare qualche nebbia. Ne esce fuori un saggio con i piedi piantati nella realtà delle fonti, ma che non rinuncia a ragionare sui fatti, collegandoli, per capire quanto fondamento ci sia nei sospetti che gravano soprattutto intorno al direttore D'Amato.
Alcune cose emergono con chiarezza. L'UAR è stato, per certi versi, il più autentico servizio segreto italiano in quegli anni, apparentemente immune a veleni e condizionamenti. Federico Umberto D'Amato fu spregiudicato e risoluto, ma non fu mai seriamente investito da inchieste giudiziarie. Per certi versi, si può accostare la sua figura a quella di Andreotti: controversa, chiacchierata, odiata, ma anche rispettata.
Ma l'Ufficio ebbe un ruolo significativo fin dall'inizio della sua storia, quando si diede un'organizazione interna da intelligence moderna, raggiungendo l'apice del potere a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Un libro non può esaurire un argomento, ma a maggior ragione la ricerca di Pacini assume valore, perché finalmente ora c'è un punto dal quale partire.
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