11 dicembre 2011

Il memoriale della Repubblica.

Miguel Gotor, professore di Storia Moderna all'Università di Torino, prosegue lo studio degli scritti di Aldo Moro dalla prigionia con questo volume edito da Einaudi. In "Lettere dalla prigionia" aveva analizzato le missive del prigioniero con ottimo risultati, ne "Il memoriale della Repubblica" si concentra sul resto degli scritti ritrovati, in due tempi, nel covo BR di Via Monte Nevoso a Milano. Stavolta l'orizzonte si allarga, l'ambizione si approfondisce, poiché lo studio diventa occasione per mettere a nudo gli equilibri del potere italiano tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, vale a dire il periodo racchiuso tra i due ritrovamenti dei dattiloscritti prima, e delle fotocopie di manoscritto poi.
Differentemente dalla metodologia che aveva caratterizzato lo studio delle lettere, stavolta l'autore non propone lo scritto nella sua forma integrale, analizzando la singola parola, la grafia, la dimensione testuale. Ciò avviene in parte, e negli ultimi capitoli. L'ossatura del libro è formata dalla storia dei due ritrovamenti, e dal carico di misteri e segreti che l'accompagnano. Gli scritti di Moro hanno una forza d'impatto che trascende il loro contenuto e diventa dirompente nel potenziale, in ciò che potrebbero contenere. 
Non a caso, i protagonisti di questa vicenda sono coloro i quali hanno avuto in quegli anni le leve del potere tra le mani: Giulio Andreotti, Licio Gelli, Bettino Craxi, la loggia massonica P2, i servizi segreti, il generale Dalla Chiesa, i vertici dell'Arma dei carabinieri, e chissà chi altro, tra chi non appare mai e conta forse più degli altri. 
La ricostruzione storica è puntuale, fedele,  convincente. I retroscena legati al primo ritrovamento, con quella che Gotor definisce l'operazione Monte Nevoso bis,  rappresentano un punto di chiarezza sul ruolo della P2, e sui comportamenti di Dalla Chiesa, stretto tra la ragion di Stato ed il desiderio di avere tutto. 
Gotor individua i lettori precoci del memoriale, coloro che hanno avuto tra le mani una versione più completa rispetto a quella ufficialmente divulgata nel 1978, e scava a fondo su questo, analizzando gli articoli di Pecorelli, di Scialoja, le dichiarazioni di Cossiga, e le trame che hanno ruotato intorno a quelle carte. 
Un merito del testo è senz'altro l'onesta di pensiero su ciò che non ci è pervenuto, l'ur-memoriale. Il rigore storico non ammette giudizi sbrigativi. Quelle fotocopie di manoscritto non rappresentano l'intero memoriale scritto da Moro, e le carte originali chissà dove sono, probabilmente all'estero, e chissà in quali mani, se sicure o al contrario a tutt'oggi ricattatorie. 

Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia sono realmente causa di lotte di potere a volte feroci, che si sono snodate lungo decenni e ancora oggi trascinano i propri segreti. L'impostazione dell'autore è pertanto felice e centra il risultato, risultando preziosa sia per chi quelle carte le conosce bene, sia per chi dovesse avvicinarsi per la prima volta ad un argomento così complesso. 
Peccato per la mancanza di un'analisi testuale degli scritti, e per la frase che chiude la presentazione in terza di copertina. "Un enigma italiano, e la sua soluzione".  Questo libro porta molta luce, ed è soluzione di parte dell'enigma, ma le domande sono ancora molte. Il lavoro di Gotor ci fa ben sperare che in futuro altri tasselli vengano uniti alla ricostruzione della vicenda che rappresenta il punto di svolta della storia della nostra Repubblica.      

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