Nel giro di una quindicina di giorni l'ex venerabile Licio Gelli ha rilasciato un paio di interviste. La prima, il 28 gennaio al quotidiano di Roma Il Tempo, dove accenna ad una misteriosa terza organizzazione, oltre alla P2 e a Gladio, senza dire sostanzialmente nulla. Il 15 febbraio, invece, al settimanale Oggi rivela che Giulio Andreotti era a capo del cosiddetto Anello, conosciuto anche con il nome di Noto Servizio. Si tratta del misterioso servizio segreto scoperto per caso durante l'ultima inchiesta sulla strage di Brescia.
C'è indubbiamente una gradualità nelle sua improvvisa loquacità. Inizialmente aveva detto che non ricordava il nome dell'organizzazione, ma sapeva che era stata creata da una persona ormai anziana, poi ha svelato il nome, Anello, ed il politico, Andreotti, rimandando i dettagli ad una nuova intervista che chissà quando ci sarà, se mai ci sarà. Insomma, il solito vizio di dire e non dire, scatenando ipotesi e tentativi di interpretazione. A me non affascina rincorrere le dichiarazioni col contagocce di un personaggio così, però un paio di notizie vere secondo me ci sono.
La prima, è che Gelli dice "In quel momento avevamo in mano tutto: la Gladio, la P2, e...un'altra organizzazione". Cossiga, Gelli, e Andreotti. Tre persone, ma un'unica appartenenza che aveva in mano tutto.
La seconda, è che in entrambe le interviste Licio Gelli parla della situazione politica italiana attuale, con giudizi poco lusinghieri sui protagonisti.
Intanto, più che spaccarsi la testa sull'Anello o sul possibile benservito a Berlusconi, argomenti senz'altro da approfondire, varrebbe la pena fare proprio il concetto di un'unica fonte che ha originato esperienze diverse, e di quanto essa sia ancora attiva.
Passato e presente. Come dire: Il Tempo...e... l'Oggi.
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