A Dicembre ho assistito alla presentazione del libro di Valerio Lucarelli nell'ambito di "Più libri più liberi", la manifestazione romana dedicata alla piccola e media editoria. Non ne ho ricavato un'ottima impressione, forse perché non avevo ancora letto il libro, o forse a causa di un paio di situazioni sfavorevoli. Benedetta Tobagi, relatrice della presentazione, sembrava capitata lì per caso e si è dimostrata una scelta poco felice, anche se indubbiamente il suo nome ha attirato pubblico. Inoltre, mentre Lucarelli e la Tobagi stavano lì ad interrogarsi sul rapporto tra NAP e geometrica potenza, mi sono accorto di avere un paio di file dietro di me Valerio Morucci, ed ho trattenuto a stento l'istinto di alzarmi e chiedere a gran voce qualche delucidazione in più su la presunta "geometrica potenza".
Molto meglio parlare del libro, che Valerio Lucarelli ha scritto molto bene, con un taglio a metà tra il saggio erudito ed il racconto appassionato. Nel panorama variegato e realmente complesso della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta, i NAP hanno molti elementi distintivi, e Lucarelli li presenta con precisione, ed anche onestà, il che non guasta. A tratti il racconto sembra esaltare eccessivamente la "purezza" della lotta portata avanti dai Nuclei Armati Proletari, ma è una sensazione ingannevole provocata dalla capacità del libro di andare in profondità, di non limitarsi alla cronaca ma dare anche spunti per capire cosa fossero i NAP, cosa volessero.
L'attenzione ai sottoproletari, ai carcerati, ai rinchiusi nei manicomi-lager degli anni Settanta fornisce ai Nuclei un pericoloso consenso che finisce per provocare una violenta repressione da parte dello Stato, forse uno dei più efficaci sulle sigle della lotta armata in quegli anni. La parabola dei NAP è tragica, intrisa più di drammi che di successi, e Lucarelli accompagna bene il lettore in questo percorso, a mio avviso tenendo nel dovuto conto anche la sofferenza delle vittime, troppo spesso dimenticate e offuscate dal protagonismo di chi ha basato la propria "fortuna" su eventi criminosi.
Si sentiva la mancanza di un libro sui NAP, ed il fatto che sia un terreno così poco esplorato aggiunge interesse all'argomento, soprattutto perché merita attenzione il comportamento dello Stato nei riguardi dei Nuclei, affrontati duramente, mentre si lasciava sostanzialmente campo libero al rafforzamento delle Brigate Rosse proiettate verso il sequestro Moro.
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