Sul numero di Maggio 2010 di "Theorema", la rivista di intelligence a proposito della quale ho scritto un paio di post fa, si può leggere un articolo di Luciano Tirinnanzi degno di nota. Il titolo è “La militanza”, e racconta di come le istituzioni si siano unite per riaprire i delitti irrisolti degli anni di piombo a Roma. Ben diciannove morti, ragazzi di destra e di sinistra, che attendono ancora giustizia. Per istituzioni si intende il Ministro della Giustizia Alfano, il Ministro per le politiche giovanili Meloni, il Sindaco di Roma Alemanno, l'ex sindaco Veltroni, l'assessore al Lavoro della Provincia di Roma Smeriglio. Uno schieramento imponente che ha spinto la Procura intanto a riaprire le indagini sugli omicidi Verbano e Di Nella. Perfettamente bipartisan, ovviamente, una vittima di sinistra ed una di destra.
Sembra una storia dimenticata, quella della violenza politica in Italia, ma in realtà è sempre con noi, nel presente, solo apparentemente nell'ombra. E' di pochi giorni fa l'iniziativa di politici ed intellettuali che si appellano alle istituzioni per aprire gli archivi di Stato e cercare la verità sulle stragi.
Come scrive Tirinnanzi, sono "episodi insopportabili di un'epoca che nessuno vuole rivivere e di cui pochi vogliono ancora sentir parlare". La considerazione finale del giornalista è che "la vera notizia è che stavolta al loro fianco ci sono anche le istituzioni". Sembra innegabile, ad esempio, l’impegno di Alemanno, che ha vissuto in prima persona il dramma di quegli anni. E non sorprende che se ne parli su Theorema: il presidente del comitato scientifico della rivista è Mario Mori, l’uomo scelto da Alemanno per gestire la sicurezza nel Comune di Roma. Altro fatto significativo è l’evento dello scorso mese di ottobre, il convegno “Comunicare la sicurezza” tenuto presso la sede centrale dei circoli “Nuova Italia” presieduti proprio da Alemanno, nel corso del quale è stata presentata la rivista Theorema.
Dovrebbero solo spiegarmi cosa c’entra Valerio Morucci in tutto questo. Come si concilia la sua collaborazione con Theorema, della quale ho già parlato e della quale parla tranquillamente anche lui. Un esperto di intelligence mi ha spiegato che una rivista di quel tipo lavora con Morucci proprio perché lui non ha chiarito molti aspetti della sua esperienza di lotta armata.
A questo punto le ipotesi non sono molte. Forse Morucci ha detto veramente tutto ciò che sa, e si è guadagnato il rispetto dei suoi ex nemici. Oppure Morucci e Mori non hanno in comune solo l’aver combattuto la stessa guerra su fronti opposti, l’uno con le Brigate Rosse e l’altro con il generale Dalla Chiesa.
Forse condividono la stessa fedeltà. Alla ragion di Stato.
1 commento:
"Un esperto di intelligence mi ha spiegato che una rivista di quel tipo lavora con Morucci proprio perché lui non ha chiarito molti aspetti della sua esperienza di lotta armata." Questa è bella! Morucci collabora con una rivista che potremmo definire istituzionale per i suoi meriti? Forse. Ma quali? Collabora con una rivista di intelligence perchè "NON" ha chiarito il suo passato di Br? Qualcosa non quadra. Mi aiutate a capire? Perchè le parole sono importanti. Perchè non vorrei trovarmi d'accordo con la drammatica conclusione di Geluardi. Conclusione logica.
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