7 ottobre 2010

Theorema. Da Mori a Morucci.

L’esposizione mediatica degli ex terroristi provoca spesso in Italia vivaci polemiche. Non è certo sorprendente, in una nazione nella quale sono moltissime le vittime del terrorismo politico, ancor più numerose le persone coinvolte più o meno direttamente, come familiari od amici, e soprattutto nel quale c’è un marcato deficit di giustizia.
Il caso Moro è emblematico. A trentadue anni di distanza dai tragici eventi, i segreti custoditi da chi conosce almeno parte della verità sono molti, ed il lunghissimo iter giudiziario ha prodotto sentenze solo parzialmente soddisfacenti. A questo si aggiunge la constatazione che buona parte dei protagonisti dell’eccidio di Via Fani e Via Caetani sono fuori dal carcere, qualcuno da anni, magari comodamente all'estero.

In più di una occasione ho parlato in questo blog di Valerio Morucci, di quelle che mi appaiono mancanze evidenti nelle sue testimonianze, della sua inaccettabile pretesa di considerare il caso Moro ormai privo di misteri significativi. Arrestato nel 1979, Morucci subì la condanna a più ergastoli, ma grazie alla sua decisione di dissociarsi ha scontato la pena fino al 1994. La sua dissociazione è di fatto ideologica e non può essere considerato al pari di un collaboratore di giustizia. È certamente un testimone importante, pertanto giudico personalmente buona ogni occasione nella quale egli possa dare un contributo di chiarezza e verità sulla storia delle Brigate Rosse, e più in generale sul terrorismo di sinistra.
Tuttavia accade anche altro. Mi ha lasciato di stucco leggere un articolo di Morucci su “Theorema”, una rivista che si occupa di sicurezza, geopolitica e intelligence. Il titolo è “Quando l’illecito diventerà lecito”, ed il terrorismo non c’entra in alcun modo. L’ex brigatista parla della situazione socio politica italiana, una vera analisi con tanto di attacco finale alla “inconsistenza del Pil”. In una rivista, ripeto, di sicurezza, geopolitica e intelligence. Vabbè. Nelle poche righe che presentano l’autore si legge che ”ha partecipato, tra l’altro, al sequestro di Aldo Moro, al cui epilogo si è inutilmente opposto”. Piccola omissione: ha partecipato alla strage di Via Fani. Ha sparato in Via Fani. Questo non è solo un dettaglio, e lo si capisce all’ultima pagina della rivista, laddove leggo con sgomento che il comitato scientifico è presieduto da Mario Mori e composto da figure di primo piano delle Forze Armate e dei Servizi, e anche dal collaboratore storico del generale Mori, Giuseppe De Donno. Proprio il Mario Mori che ha combattuto il terrorismo al fianco del generale Dalla Chiesa. Proprio il Mario Mori che ha dichiarato che "uccidere un carabiniere è un reato che più di altri non può restare impunito".
In Via Fani, il 16 marzo 1978, hanno perso la vita i carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci.
Chissà cosa prova l'ex direttore del SISDE a presiedere il comitato scientifico di una rivista di intelligence che pubblica le analisi politiche di Valerio Morucci.
E cosa prova Lei, sindaco Alemanno, che ha chiesto di non dimenticare le vittime degli anni di piombo e che ha scelto proprio Mori come responsabile della sicurezza per il Comune di Roma?

3 commenti:

Andrea Biscàro ha detto...

"... “Theorema”, una rivista che si occupa di sicurezza, geopolitica e intelligence."
Morucci ha scritto un pezzo su questa rivista che si occupa di... beh, pensando alla conclusione del sequestro Moro, tutti e tre gli argomenti sono stati ampiamente soddisfatti, 32 anni fa: geopolitca yaltese (perdonatemi il pessimo neologismo), sicurezza Occidentale e NATO, intelligence... intelligence...
Prosegui annotando: "Nelle poche righe che presentano l’autore si legge che ”ha partecipato, tra l’altro, al sequestro di Aldo Moro, al cui epilogo si è inutilmente opposto”." Quel "tra l'altro" è eccezionale. Le parole sono importanti, il rispetto pure, la sensibilità non parliamone. "Tra l'altro" significa tra una cosa e l'altra, tra un lavoro e l'altro. Non va. Non va. La chiamata alla responsaibilità passa da vari gradi: dalla memoria storica da mantenere viva alla sensibilità, fattiva, intelligente, scrupolosa. Ma, interessa a qualcuno?

Andrea Biscàro ha detto...

La bellezza insita nella lettura (e nella scrittura) è la meditazione, la ruminatio... sarebbe "bello" fare una "mappa" degli ex BR e del loro rapporto con l'editoria... chissà quali i risultati della piccola ricerca...

Anonimo ha detto...

Gli assassini relazionano pontificano sanciscono..........avrebbe fatto bene il Generale Della Chiesa a non avere pieta' di loro,e questi mai l'ebbero, e a sopprimerli subito........perche' mai tanta merda e' ancora puzzolente e calda?