17 dicembre 2009

Che succede?


Dopo circa due anni di silenzio operativo, il FAI torna a compiere un attentato significativo, rivendicato, lasciando intendere che ne seguiranno altri. Il tema è quello della tutela dell’immigrato, da sempre caro a quell’area politica, ma non si può ignorare la situazione contingente.


Si parla molto del clima politico, ed effettivamente non si può ignorare che la tensione è nell’aria, tanto che da più parti si evocano improbabili parallelismi con il terrorismo di trent’anni fa. È un paragone impossibile, se non altro perché oggi è enormemente importante il ruolo dei mass media, e di fatto sono i mezzi di comunicazione a dettare i tempi delle azioni che coinvolgono i cittadini, che negli anni settanta erano sicuramente molto meno teleguidati.

Tuttavia, qualcosa da considerare c’è. Innanzitutto, e questa è una delle linee guida che anima questo blog, il fatto che i massimi dirigenti di oggi hanno vissuto in pieno il periodo più nero del terrorismo in Italia, a volte anche in posizioni ambigue. Inoltre, una certa ambiguità è da cercare anche all’origine di quell’epoca, e quindi vale la pena domandarsi se anche oggi ci siano dei burattinai. È davvero tornato il FAI? C’è qualcuno che punta ad esacerbare le controversie legate al personaggio Berlusconi, più che alla sua azione politica? La relativa vicinanza cronologica tra i due attentati di Milano nasconde collegamenti?

Porsi delle domande è un buon antidoto contro le derive di scontro aperto.

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