7 settembre 2009

Trilateral e Kissinger



La commissione Trilaterale nasce nel 1973 da David Rockefeller e altri con l’idea di favorire il dialogo tra il Giappone e l’area nord atlantica. Nel corso degli anni ha mantenuto un ruolo molto importante nelle dinamiche di sviluppo economico, culturale e politico nei paesi di area Nato, grazie soprattutto all’influenza esercitata dai propri membri, che hanno ricoperto e ricoprono spesso ruoli di primissimo piano. Sin dall’inizio ha operato con piani di lavoro triennali, e quello attuale si concluderà nel 2012. I membri sono circa 300 e appartengono ai cinque continenti, e recentemente sono stati ammessi anche Cina e India. Questi numeri danno le dimensioni di un gruppo che viene ignorato dalla grande maggioranza dei cittadini ma che di fatto esercita un’influenza a volte decisiva sulle strategie dei paesi democratici, e non.
Ogni anno la Trilateral si riunisce in un meeting annuale che nel 2009 si è tenuto a Tokyo, a fine aprile. Tra i protagonisti, Henry Kissinger, ex segretario di Stato USA, ex assistente del Presidente per gli affari di sicurezza nazionale, nonché amministratore a vita della Trilateral. Il suo è stato un intervento interessante e a tratti illuminante, perché focalizza i temi salienti della situazione internazionale, con particolare riferimento alla crisi globale che è entrata nelle case di ogni cittadino, senza però che se ne siano colti gli aspetti salienti.
Nel suo discorso, intitolato “I pilastri intellettuali dell’alleanza Trilaterale nel 21° secolo”, Kissinger parla apertamente della necessità di un gruppo globale che indirizzi l’ordine internazionale. Il mondo è cambiato rispetto agli anni Settanta, quando esistevano due centri di potere, ed è curioso il fatto che Kissinger dica che dal 1974, anno di inizio attività della Trilateral, il mondo ha assistito al collasso dell’Unione Sovietica, all’unificazione della Germania, all’ascesa della Cina e all’abbandono dell’India del suo ruolo non allineato, invertendo apparentemente l’ordine cronologico degli avvenimenti. Altrettanto particolare la sua lettura del terrorismo come fenomeno marginale che non ha mai realmente influenzato i governi. Detto da chi ha tuttora su di sé l’ombra del dubbio di una partecipazione indiretta al sequestro Moro è senz’altro rilevante.
Analizzando la situazione attuale Kissinger fa un’affermazione che non deve passare inosservata: non è possibile o desiderabile ripristinare una posizione dominante degli Stati Uniti, ed una delle conseguenze della crisi finanziaria è la perdita di fiducia negli USA.
Un altro suo importante ragionamento riguarda la scarsa probabilità di una guerra globale. Le nazioni europee scatenarono la guerra perché le conseguenze della sconfitta erano peggiori delle conseguenze della guerra stessa, ma con le armi moderne l’impatto sarebbe drastico per qualsiasi società. Pertanto, la crescita dell’Asia deve essere inquadrata in un sistema basato sulla cooperazione ed il dialogo senza il ricorso a misure militari. In questa sfida, secondo Kissinger, la Trilateral può essere molto importante per sollevare questioni che i governi potrebbero sottovalutare, oppure per fornire un consenso al quale i governi possono ricorrere nel prendere le loro decisioni(!). Ciò che conta realmente in questo momento è il dialogo strategico tra Cina e Stati Uniti, con l’obiettivo di creare un mondo multipolare.
Volendo chiudere con una ventata d’ottimismo, Kissinger offre altri spunti coi fiocchi. La crisi finanziaria internazionale può aiutare la creazione di un ordine politico internazionale, sfruttando di fatto la debolezza delle singole nazioni che sono costrette a gestire la crisi interna ed hanno poche risorse da distribuire fuori. Altro aspetto positivo è il fatto che non vi sono grandi paesi che minacciano il sistema internazionale. Anche il temuto Iran ha obiettivi paralleli a USA, Russia, India e Cina. Sarà bene ricordarlo quando viene sventolato nuovamente il pericolo atomico. Per Kissinger la Trilateral può fornire un prezioso contributo intellettuale con la sua visione a medio e lungo termine. Può sollevare questioni, indicare direzioni, aiutare il coinvolgimento di Asia e Russia in un globale gruppo di lavoro.

E’ un testo importante, che fornisce conferme e solleva domande. Una fra tutte: vista la “positività” della crisi finanziaria globale, è lecito chiedersi che ruolo ha avuto la Trilateral nella formazione della stessa?

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