30 gennaio 2013

"Quelli" della Uno Bianca.

Scritto dal giornalista Piero Baroni per Greco&Greco editori,  il volume ambisce ad una rivisitazione critica della vicenda criminale che ha come protagonisti i fratelli Savi. E' un'operazione riuscita, anche se non completamente, perché soprattutto nei primi capitoli la narrazione risulta quasi confusionaria, a singhiozzo, poco fluida da seguire. Per apprezzare maggiormente il libro occorre avere già una buona conoscenza della storia della banda criminale, anche dal punto di vista processuale.
Tuttavia, il libro ha molti punti di forza che lo rendono importante, per avere maggiori capacità critiche riguardo a quegli eventi terribili che nascondono senz'altro ombre inquietanti.
Baroni, ottimo giornalista, ha il pregio di dare voce ai documenti, pubblicando anche interamente alcuni verbali di interrogatorio degli imputati, nonché documentazione investigativa ufficiale.
E' interessante quanto viene scritto a pagina 69: "Si può senz'altro affermare che i riflessi politici, i limiti professionali degli investigatori, la totale assenza di esperienze moderne nei criteri analitici dei fatti criminosi, e, per dirla in breve, l'inesistenza di investigatori di calibro adeguato nell'intero parco della polizia giudiziaria italiana, nonché l'ipoteca non sempre produttiva del vincolo costituito dalla prevalenza direzionale della magistratura, oltre le gelosie, i contrasti interni alla Questura di Bologna, si tramutarono in altrettanti micidiali scogli su cui si infransero per anni e anni i tentatividi venire a capo di tanti, troppi sconvolgenti fatti criminosi ". Una fotografia quanto mai efficace, direi, di una situazione che sfiorò il paradossale,  se si pensa alla versione ufficiale dell'arresto dei Savi, oppure al tempo perduto prima di individuare gli assassini utilizzando la traccia delle armi, limitandosi a qualche esempio.
Risulta valida, oltre all'attenzione dedicata ad Eva Mikula, anche la scelta di pubblicare le notazioni prese in diretta durante i processi, i colloqui, le interviste, dichiaratamente senza consecutio logica.
Il capitolo dedicato alle riflessioni finali è condivisibile e si termina la lettura con la certezza che ancora una volta le sentenze definitive non sono da sole esaustive per comprendere la totalità di un fenomeno, specie se si tratta di un Mistero d'Italia. 

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