Il caso Moro è ricco di interrogativi che si trascinano da più di trent'anni, il che fa supporre che certe risposte non arriveranno mai. Tuttavia esiste una risorsa preziosa, che se adeguatamente sfruttata può dire ancora molto. Si tratta dei documenti, delle testimonianze dirette, che grazie alle commissioni di inchiesta parlamentare sono state rese in buona parte accessibili al pubblico. Bianco e Castronuovo utilizzano queste fonti concentrandosi in particolare sull'agguato di Via Fani, e ne viene fuori un libro molto interessante e ben scritto, edito da Nutrimenti, a cura di Paolo Cucchiarelli, importante giornalista investigativo sui misteri d'Italia .
I testimoni oculari di quel tragico episodio furono numerosi, ed il libro distingue tre momenti, saggiamente individuati nei giorni antecedenti l'agguato, nell'agguato stesso, e la fase di fuga dei brigatisti con l'ostaggio.
Il resoconto delle dichiarazioni dei cittadini è intervallato da brevi approfondimenti che focalizzano alcuni passaggi chiave della vicenda, ed il fatto stesso di porre le domande giuste è già una risorsa, perché permette di individuare quanto sia fuori luogo dichiarare che tutto ciò che è importante è già stato scoperto o rivelato dai brigatisti dissociati.
Ad esempio, non è affatto secondario sapere come e dove si concluse la fuga dei terroristi, così come sapere dove venne portato realmente Aldo Moro, così come sapere perché le automobili usate per la fuga furono abbandonate in tempi diversi. E questo è solo una piccola parte di quanto emerge con forza dalla lettura di questo libro, corredato anche di utili cartine che associano i fatti ai luoghi. Se pensiamo che l'eccidio di Via Fani è solo un episodio della miriade che caratterizza il caso Moro, ci rendiamo conto di quanto sia apparentemente inspiegabile l'indifferenza dei cittadini nei riguardi di un mistero che condiziona ancora molto la nostra vita pubblica.
L'auspicio è che libri come questo siano da stimolo non tanto per studiosi e storici, ma per i cittadini comuni, e che siano sempre maggiori i contributi alla ricerca della verità.
1 commento:
Il "dramma" di queste eccellenti pubblicazioni è che spesso finiscono negli scaffali delle Biblioteche perchè hanno scarsa diffusione tra i "cittadini comuni", colpevoli gli stessi "cittadini comuni". La ricerca della verità, se è unicamente in mano a grandi menti sensibili come Pasolini o Sciascia, ha vita breve. Ha vita di "nicchia"... Persone come loro rappresentano l'esempio, lo stimolo, ma se la base non si mobilita non si va da nessuna parte, culturalmente, storicamente parlando. Oggi sono termini che fanno ridere, me ne rendo conto. Mi sovviene una battuta di certi studenti poco "studiosi"... scuola tecnica, diploma tecnico e allora? E allora che serve studiare letteratura, storia, geografia? Tanto voglio fare il tecnico di laboratorio, l'informatico... Che serve... chi glielo spiega a che serve? Viviamo per l'oggi o al massimo la storia d'Italia inizia dal dopo tangentopoli. Fateci caso, si parla di 15-16 anni fa, della discesa in campo di Berlusconi... e la storia lì si ferma. Lo spartiacque della nostra Repubblica! E' una storia monca, e tutto sommato fa comodo un po' a tutti. Moro? Italcasse? Tessarolo? Roba vecchia...
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