5 agosto 2009

Una storia estiva italiana


Il bigliettino che vedete qua sopra è stato pubblicato da “L’espresso” e fa parte dell’archivio personale di Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo affiliato a Cosa Nostra e morto nel 2002. Questa lettera, insieme ad altre, sarebbe la prova che Berlusconi era in contatto con la mafia sia prima che dopo il suo impegno politico (1994). Cosa Nostra lo minacciava, lo ricattava, scambiava favori con lui. E' tutto vero? Lo fa ancora?

Questo biglietto è forse il perno occulto delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, figlio di Vito, che da mesi parla con i pm di diverse procure, e non solo per difendersi dalle accuse che gli vengono rivolte. La complessità della situazione in Sicilia ha indotto le menti dell’operazione a far arrivare alla stampa, seppur sobriamente, la notizia dei rapporti tra il premier e la criminalità. Certamente non si è scatenato il putiferio prodotto dalla festa di una ragazzina o dalle prestazioni di una escort senza scrupoli, perché l’obiettivo non era quello. Almeno per ora.

Da qualche mese il governatore Lombardo è in difficoltà, a causa degli aspri scontri tra i maggiori partiti della coalizione che guida la regione Sicilia, UDC e PDL. A fine giugno Berlusconi è intervenuto personalmente per placare gli animi e non perdere la compattezza della coalizione, ma evidentemente non è bastato, perché i veri problemi non sono di origine strettamente politica. Non si tratta esclusivamente di poltrone da spartire. Il punto sono i soldi. Le infrastrutture, gli appalti. Dopo il Lodo Alfano, il Federalismo e la sicurezza, temi che gli sono sostanzialmente estranei, Cosa Nostra ha presentato il conto. Forse ha chiesto il mantenimento di promesse vecchie o recenti, e tanto per non creare fraintendimenti è tornata ad arte l’ipotesi della costituzione di un Partito del Sud. Il braccio di ferro con Tremonti è stato pesante, ma alla fine i soldi già preventivati per il Mezzogiorno sono stati sbloccati.
Il cerchio si è chiuso il 31 luglio. Quattro miliardi per il Sud, un fiume di soldi per infrastrutture e quant’altro.

E l’archivio di Ciancimino? Le rivelazioni sulle stragi, la trattativa con lo Stato, la cattura di Riina? Non porteranno a nulla. Ci saranno spostamenti di responsabilità all’interno di Cosa Nostra ma non si scopriranno le responsabilità degli apparati dello Stato, ed il segnale è arrivato lo stesso giorno, il 31 luglio. Il Copasir si occuperà della vicenda. Come a dire: il controllo sugli aspetti più delicati torna alla politica. Le inchieste delle procure saranno depotenziate, c’è da scommetterci.

Tutto era finalizzato a quello schiaffetto sulla nuca di Tremonti. Ben fatto, Silvio.


Da sinistra: Miccichè, Lombardo e Tremonti in conferenza stampa

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